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lunedì 25 ottobre 2010

La strada che l’Europa ha scelto per il suo futuro - La MacroRegione Adriatico-Ionica

MacroRegione Adriatico-Ionica: la strada che l’Europa ha scelto per il suo futuro un’autostrada verso l'allargamento ai Balcani.

"Partiamo dall'idea che l'Adriatico è un luogo di unione e non di divisione, e che l'Italia può guidare, nella stabilità dei Balcani, l'ingresso di tutti i paesi della ex Jugoslavia nell'Unione europea". Dalla Fiera del Levante di Bari il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, conferma l’importanza di un progetto, nazionale e internazionale, che punta a costruire un’unica “MacroRegione” d’interscambio politico, economico, sociale e culturale tra 8 Stati.

Un bacino complessivo di oltre 600mila km quadrati e quasi 100 milioni di abitanti tra Italia, Grecia, Albania, Croazia, Slovenia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Serbia. "La priorità assoluta della politica estera italiana - ha detto Mantica - è quella di essere protagonisti dell'allargamento dell'Ue ai Balcani, per invertire la tendenza che vede l’Unione Europea improntata ad una politica che potremmo definire ‘carolingia’ e poco attenta al Mediterraneo. Siamo convinti che la MacroRegione potrà essere fondamentale nell’accelerazione di questo processo”.

Se gli orizzonti tracciati dalla Ue per il 2020 prevedono un futuro di cooperazione, la sfida rilanciata a Bari dal Governo Italiano all’Europa è la “MacroRegione Adriatico-Ionica”, la terza del continente, dopo quella del Mar Baltico e quella Danubiana. Il concetto è che la MacroRegione é un percorso politico-istituzionale che deve trovare la propria approvazione nelle sedi europee così come già avvenuto per quella Baltica, riconosciuta dal Consiglio europeo, e così come sta avvenendo per quella Danubiana.

Intento delle Regioni italiane è promuovere un processo che il più rapidamente possibile tenda a coinvolgere i Paesi terzi dell'altra sponda, per arrivare a formalizzare una volontà collettiva. La MacroRegione permetterebbe ai tre Paesi europei che si affacciano sui due mari (Italia, Grecia, Slovenia) di rafforzare la cooperazione con i futuri membri Ue (prossimo l'ingresso della Croazia, ma si pensa a Bosnia, Serbia, Montenegro e Albania, poi Macedonia e Kossovo), nei settori della pesca, della sicurezza dei porti, nella tutela dell'ambiente, fino alle iniziative culturali e turistiche. Per il Mediterraneo può avere un'importanza strategica perché alimenta le politiche di coesione interne ai Paesi Ue e quelle d'integrazione con i Paesi esterni, in particolare balcanici.

In sostanza è un'operazione in cui si rafforza sia l'allargamento dell'Unione Europea a questi nuovi Paesi sia un'integrazione economica che, a fronte della crisi, può essere una valida proposta per tornare guardare in avanti con fiducia e prospettive.

Per Mercedes Bresso, presidente del Comitato delle Regioni dell'Ue, "le strategie macroregionali saranno quelle sulle quali si calcheranno le grandi politiche infrastrutturali dell'Unione Europea. Per l'Italia è un'occasione straordinaria. Le Regioni italiane hanno tutte collaborato con quelle della ex Jugoslavia nei momenti difficili della guerra e della distruzione. Credo che dobbiamo adesso cooperare in questa fase nuova, che vede tornare l'Adriatico al centro degli interessi dell'Europa e del mondo. Le politiche regionali e il principio di coesione territoriale, fondamentali nel concetto di MacroRegione, stanno diventando uno degli obiettivi principali dell’Ue: noi siamo la strada che l’Europa ha scelto per il suo futuro”.

Al convegno organizzato dal Ministero degli Affari Esteri, in collaborazione con l’Unione Europea e la Regione Puglia, hanno partecipato Giuseppe Scopelliti presidente della Regione Calabria, Rosa Gentile assessore alle Infrastrutture della Regione Basilicata, Nichi Vendola presidente della Puglia, Michele Iorio presidente della Regione Molise e vicepresidente dell'Euroregione Adriatica, Alfredo Castiglione vicepresidente della Regione Abruzzo, Bellardi per la Regione Marche, Enrico Cocchi direttore generale di Programmazione, intese e relazioni europee e internazionali dell’Emilia-Romagna, Diego Vecchiato della Direzione Relazioni Internazionali della Regione Veneto, Luca Ciriani vicepresidente e assessore alle Attività produttive del Friuli Venezia e Giulia. Ecco una sintesi delle loro dichiarazioni:

CALABRIA - Aderiamo con convinzione. Questa dimensione territoriale rafforza il ruolo centrale del Mediterraneo e la collaborazione delle regioni meridionali e costiere nel favorire i processi di stabilizzazione e ammissione all'Unione Europea dei Paesi balcanici. Rinnoveremo gli accordi commerciali con l'Albania e la Serbia, estendendoli anche ad altri Paesi. Faremo di tutto per essere tempestivi in modo da cogliere queste opportunità per intercettare nuove risorse economiche e promuovere lo sviluppo sia della nostra regione che dei Paesi che si affacciano sul mare Adriatico e quello Jonico, con i quali storicamente la Calabria ha legami profondi.

BASILICATA - Per come è strutturata geograficamente, la Basilicata rappresenta una cerniera importante di quello che è il canale di collegamento dell’Euroregione Adriatico-Ionica. Per noi sono importanti gli interventi sui corridoi: in modo particolare ci interessa il collegamento tra il Tirreno e l'Adriatico perché diventa importante nello sviluppo delle attività su tutto il territorio regionale, avendo come riferimento obiettivi quali turismo, ambiente, tutela del paesaggio. Il Mediterraneo è per noi fondamentale, perché abbiamo la necessità di collegarci e trasferire le nostre esperienze in questi Paesi, dove possiamo portare le nostre buone pratiche, sviluppare le nostre aziende, l’energia e il nostro turismo.

PUGLIA - È fondamentale che l’Europa ritrovi le proprie radici: alcune risiedono nel Mediterraneo, di cui l’Adriatico è architrave portante. Ci sono storie bellissime da riscoprire e difficoltà comuni da affrontare insieme, come il pericolo della mutazione climatica e la questione dell’eutrofizzazione delle acque. Nel segno della cooperazione potremo vitalizzare le nostre culture e respingere i problemi. Così, con frontiere fluide e fatte di politiche virtuose, si costruisce l’Europa del futuro. Abbiamo lavorato in questi anni con l'idea che l'Adriatico sia una gamma fondamentale per il futuro dell'Euromediterraneo. Significa concretamente costruire e implementare i rapporti di cooperazione tra le regioni joniche e adriatiche. La MacroRegione Adriatica, imparando dalla quella Baltica o dalla Danubiana, può guadagnare risorse europee per progetti importanti, che servano ad allargare e irrobustire il progetto dell'Unione Europea.

MOLISE - Con l'Euroregione Adriatica lavoriamo da molto tempo per raggiungere l'obiettivo del riconoscimento della Macro-Regione, tanto che oggi l'idea di riprendere l'allargamento allo Ionio è molto valido e positivo. Speriamo che quest'area possa acquisire un'omogeneità d'indirizzo, così da lavorare assieme per lo sviluppo. Nell'ottica del Mediterraneo è fondamentale perché, per la prima volta, si porterebbero all'interno dei confini di questa MacroRegione Paesi che ancora non sono nell'Ue. Un dialogo che, allargandosi a queste realtà, può raggiungere l'obiettivo di una politica mediterranea più efficace.

ABRUZZO - Il ruolo dell'Abruzzo è centrale. Abbiamo avviato rapporti serrati, continui e costanti con i Paesi balcanici ed in particolar nel campo universitario, con network come Medadrion. Abbiamo sottoscritto protocolli considerando che tra qualche anno i Paesi balcanici saranno tutti nell'Obiettivo Uno con le occasioni e le opportunità che questo vuol dire per le imprese. L'Abruzzo crede e punta moltissimo sul Mediterraneo, tanto da voler far acquisire appieno alla Macro-Regione Adriatico-Ionica la sua dignità.

MARCHE - Per le Marche, la costruzione di una Euroregione Adriatica è un discorso di assoluta rilevanza. Ad Ancona, già dal 2000 è sorto lo IaI (Iniziativa Adriatica-Ionica), e la Regione ha offerto la sede al Segretariato permanente. E’ dalla fine del 2009 che stiamo attivando una serie di iniziative per arrivare a un punto di incontro, con tutte le altre Regioni italiane, per la costruzione di un’Euroregione Adriatico-Ionica. Da questo punto di vista, insieme al ministero degli Esteri, abbiamo promosso una serie di iniziative. In questo contesto é importante il Mediterraneo perché uno degli obiettivi che ci proponiamo, è far conoscere che l'Adriatico non è un mare chiuso ma ha forti relazioni con il Mediterraneo. E nel momento in cui questo obiettivo verrà percepito in maniera più condivisa a livello comunitario, si potrà anche riequilibrare la politica della Unione europea, che in questo momento è orientata sul quadrante Nord-Est.

EMILIA ROMAGNA - C'é la necessità di integrare al meglio le iniziative: è il sistema che vince. La settimana scorsa abbiamo chiuso un meccanismo di collaborazione, nel quale i porti di Ravenna,Venezia, Trieste e quelli sloveni fanno parte di un unico 'hub' che si candida a portare verso il Centro-Europa ciò che transita per Suez senza arrivare a Rotterdam. Il contributo è dato dalle singole peculiarità, dai sistemi territoriali. Il Mediterraneo è fondamentale, c'é una dimensione geografica e storica che unisce. Bisogna mettere in valore quello che è un portato storico e quella che è una dimensione geografica e culturale. Se vogliamo essere dentro ad una competizione ma anche ad un sistema di relazioni, è fondamentale che ci si confronti.

VENETO - Siamo la regione italiana con più accordi internazionali nel mondo. E il Mar Adriatico non è solo Veneto, ma quasi. Se il progetto della MacroRegione decollerà, la presenza del Veneto sarà importante perché nell'ambito delle collaborazioni con l'area adriatica e ionica, siamo molto attivi realizzando progettazioni con fondi comunitari e regionali, che vanno a recuperare la millenaria presenza di Venezia in tutto il Mediterraneo. Per questo abbiamo aderito convintamente al progetto: l’interesse che le nostre imprese possono avere, supera le differenze che ci dividono da realtà profondamente diverse come le regioni meridionali. Vogliamo mettere la nostra esperienza a disposizione della futura Macr-Regione. Oggi è stato presentato un progetto di cui si sta parlando da tempo e che avrà una fase di successivi incontri a livello regionale, nazionale ed europeo. Crediamo che nelle politiche europee di collaborazione su area larga sia importante, viste le esperienze baltica e danubiana, che anche nel nostro bacino adriatico-ionico questo progetto si concretizzi.

FRIULI-VENEZIA-GIULIA – La nostra Regione avrà un ruolo importante nella costruzione della Macroregione perché ci consideriamo, forse con un po' di presunzione, il punto di contatto tra l'asse Nord-Sud dell'Europa e l'asse Est-Ovest: abbiamo una regione che ha la testa nella cultura tedesca e i piedi nell'Adriatico. Questa scelta di sposare l'Euroregione significa per noi puntare sui rapporti con i Balcani e con il resto dell'Italia litoranea. Metteremo a dispozione le esperienze sviluppate in questi anni di collaborazione politico-diplomatica con le regioni dell'area baltica, con la Croazia, la Serbia, il Montenegro.

Le prossime tappe per la creazione della Macroregione passeranno dal tavolo tecnico interministeriale, il monitoraggio dei progetti regionali e, a livello europeo, dalla richiesta ufficiale da parte di Italia, Grecia e Slovenia al Comitato delle Regioni. Infine, ha spiegato Mantica, "il governo italiano farà un lavoro di propaganda nei Balcani per illustrare l'interesse politico della MacroRegione come strumento di stabilità e autostrada verso l'allargamento doveroso e necessario dell'Ue”.
AlbaniaNews

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