Assoretipmi, agganciare il futuro con le Reti e il Learning
by doing
Da non esperto di associazionismo
quale io sono, mi sento sempre un po' impreparato quando qualcuno, nel parlare
della "convenienza" o meno ad aderire ad ASSORETIPMI, esordisce con
la frase "ma io ad associarmi che cosa ci guadagno ?", che poi
spesso fà il paio con l'altra vexata quaestio "ma qual è il vostro
modello di business ?". Ed è forse per questo che mi sono deciso a
scrivere questo post a beneficio di tutti coloro che in me non trovano mai una
risposta netta con un motivante ed istantaneo elenco di benefici tangibili e
immediati. Mi pare infatti che queste due domande che, ci mancherebbe
altro, sono assolutamente lecite, continuino però a riportare indietro
l'orologio della storia in un'epoca che, per quanto recente, è ormai arrivata
al collasso in corso che, quello sì, è davvero tangibile e davanti agli occhi
di tutti
Questo vecchio paradigma
associativo “utilitaristico” e di “soddisfazione personale immediata” in
ASSORETIPMI si pone sicuramente in secondo piano di fronte all'eccezionale
evolversi di una situazione che, per quanto riguarda le Imprese e tutti gli
stakeholders ad esse correlati, corre sempre di più verso l'unica formula
organizzativa percorribile in questa metamorfosi di sistema, cioè la formula
aggregativa. L'abbiamo visto di recente a SMAU Roma, il 20 e 21 marzo, in una
straordinaria due giorni nella quale ci siamo trovati di fronte ad una
richiesta incessante di informazioni soprattutto da parte di piccoli
imprenditori fortemente motivati ad entrare in rete ma con una ancora totale (o
quasi) assenza di informazioni.
Per questi motivi principali
forse a qualcuno l’idea di creare un anno fà, partendo ex novo, una
associazione così come stiamo facendo noi con ASSORETIPMI (6 mesi fà forse
avrei ancora detto “come stiamo tentando di fare noi”, ma non più oggi, mentre
andiamo in un solo anno verso i 400 associati), in un momento in cui tra
l'altro, a quanto mi risulta, quasi tutte le associazioni storiche denunciano
una pesante emorragia di vecchi associati ed un'assenza totale di nuovi, sarà
potuta sembrare una missione impossibile, che però oggi appare, risultati alla
mano, sempre più indovinata e dalle grandi prospettive, molte delle quali
ancora da attivare o addirittura ancora da esplorare.
La nostra idea associativa di
base rimane sempre la stessa: quote associative molto basse e alla portata di
tutti, apertura a tutte le tipologie di attori del sistema economico (imprese,
consulenti, professionisti, reti), la volontà di diffondere in maniera costante
e qualitativamente alta la cultura del fare rete rendendo disponibili a
tutti gratuitamente, anche ai non associati, il maggior numero possibile di
servizi. In quest'ultima considerazione si sostanzia la seconda domanda che da
"ma qual è il vostro modello di business ?" io trasformerei in
"ma qual è il vostro modo di rendervi utili alla collettività in un
momento di crisi epocale come questo ?". Bene, il nostro modo di
renderci utili singolarmente e come associazione, è esattamente questo, in un
quotidiano manifestarsi di proposte che generano fatti dai quali poi nasceranno
altrettante nuove proposte, in un learning by doing che, come mi capita di
ricordare spesso, corre alla stessa velocità del web.
Non voglio però eludere nemmeno
la prima domanda "ma io che cosa ci guadagno ad associarmi ?".
Da non esperto di associazioni e meccanismi associativi io stesso sto scoprendo
strada facendo il vero "guadagno" che può derivare nel prendere parte
ad un progetto come il nostro. Questo guadagno risiede soprattutto nella
condivisione con altri di momenti e progettualità che, nell'ambito di un
virtuoso processo di contaminazione di know how, metodologia e cultura
d'impresa, vengono per così dire "espropriate" dalla sfera del
singolo per entrare in un patrimonio comune di conoscenza e di progettualità
concreta. Così, mentre da un lato mi rendo conto io per primo che non è
facile spiegare l'arricchimento che questo processo di condivisione
conferisce ad ogni associato, dall'altro in me prende sempre più forza
l'idea di quanto i vecchi paradigmi del rapporto sempre esistito tra
"investimento" e "guadagno" visti come i due estremi
opposti del meccanismo del tornaconto immediato siano oramai obsoleti e direi
totalmente antistorici.
La nostra vera forza è e sarà
sempre quella di far convergere due istanze apparentemente
inconciliabili. La prima è comunque l’idea che alla base di una
iniziativa associativa come questa debba esserci in ogni caso una progettualità
vera e concreta e che sia strategica per raggiungere gli scopi che
l’associazione si prefigge, cioè diffusione della cultura di rete e opportunità
concrete di sviluppo per i propri associati. La seconda è che anche
l’ultimo associato (in senso cronologico) che entra in ASSORETIPMI contribuirà
comunque, in un continuo ed incessante processo di evoluzione, rigenerazione e
qualificazione, a ridefinire il “paradigma” associativo alla luce del
cambiamento stesso che la società costantemente richiede.
Nessuno quindi deve sentirsi
escluso da questo progetto che prende spunto proprio da chi, come generalmente
appare essere l’identikit dei nostri associati, intende trovare nuove
opportunità per sé ma si rende contemporaneamente conto della propria responsabilità
sociale. In questo meccanismo di do ut des oscillante tra l’affermazione
del sé e desiderio di solidarietà diffusa tutti possono riconoscersi in una
formula associativa come la nostra, che mette a disposizione di chiunque ne
faccia parte in primo luogo non tanto la possibilità di “avere” quanto invece
la possibilità di “condividere” idee ed esperienze.
E probabilmente, al di là di
ASSORETIPMI, è su questo stesso nesso logico che, dalle ceneri di quello che
abbiamo alle spalle, sta anche sorgendo un nuovo modo di concepire il sistema
economico e sociale. Un sistema molto più faticoso da attuare e molto meno “proprietario”
del precedente ma forse molto più consapevole, molto più “condiviso” e,
speriamo tutti, anche molto più responsabile, soprattutto nei confronti delle
future generazioni.
Forse sarà per questo che di
fronte alle stesse trite e ritrite e un po’ obsolete domande sulla convenienza
o meno ad associarsi che pongono la questione sempre sotto la forma del
“guadagno” proprio o di altri, non mi sono in realtà mai sentito spaesato, ma
forse solo un po’ stupito, e senza una risposta pronta e preconfezionata. Qui
nessuno pretende nulla, non ci sono formule magiche risolutive e non siamo
certo noi a voler dettare imperativamente condizioni a nessuno. Non è e non
sarà mai un’associazione, la nostra o un’altra, per quanto piena di energie,
idee, voglia di fare ed esperienza dei propri associati, a cambiare il destino
del mondo (!), e non siamo e non saremo mai certamente noi ad imporre le nuove
regole su cui sembra delinearsi una possibile evoluzione del sistema.
Noi non dettiamo il cambiamento
di nulla, è semplicemente il futuro che ad ognuno di noi, quale che
sia la propria singola storia e vicenda umana fin qui vissuta, sta
prepotentemente, e mai come in questo momento, chiedendo di farlo.
Nessun commento:
Posta un commento